Koen Olthuis architetto olandese che ha studiato architettura e design industriale alla Delft University of Technology, nonché fondatore dello studio di architettura olandese Waterstudio.NL, è specializzato in strutture galleggianti per contrastare il preoccupante innalzamento del livello del mare.
In una recente intervista ha citato uno studio secondo il quale il 78% delle grandi città nel mondo sono state edificate vicino al mare o comunque in prossimità di grandi bacini d’acqua che ne influenzano la vita. “L’acqua è un’opportunità e l’architettura galleggiante è il prossimo step nell’evoluzione urbanistica delle città. Negli ultimi 15 anni abbiamo creato forzature alla natura per sottometterla alle nostre necessità, adesso per fortuna si è cominciato a pensare che è molto meglio assecondarla” .
Dice sempre Olthuis “molte persone provenienti dagli Stati Uniti e dalla Cina, osservano i nostri sistemi per mantenere l’acqua fuori dal paesaggio per replicare il nostro sistema di dighe, ma oggi noi non vogliamo più allontanarci e combattere contro l’acqua bensì stiamo cercando di farla diventare nostra amica, anche perché il sistema di dighe alla fine non sarà in grado di tenere il passo con l’innalzamento delle acque e quindi è meglio cambiare strategia”.
Sarà per i cambiamenti climatici o per il desiderio che diventa sempre più un’esigenza di costruire case ad impatto zero, nel rispetto dell’ambiente, che l’orientamento a costruire delle Houseboats (case galleggianti) sta espandendo la sua crescita.
Queste costruzioni sono delle vere e proprie barche progettate o modificate per essere usate principalmente come abitazione umana. In giro per il mondo, ma anche qui in Italia, si trovano diverse tipologie di case galleggianti.
Se è vero che nel 2100 l’Adriatico si alzerà di 140 cm, molte saranno le zone sommerse dalle acque.
Quando alcuni anni fa, per un cambiamento delle leggi, molti porti sopratutto sull’adriatico sono rimasti quasi deserti, si è trovata la soluzione di trasformarli in villaggi di case galleggiati, Rimini e Lignano Sabbiadoro ne sono un esempio.
Chi la fa da maestra però è sempre l’Olanda infatti in una zona di Amsterdam ed esattamente ad Amsterdam-Noord è sorto recentemente un innovativo villaggio galleggiante il cui nome è Schoonschip, questa incredibile comunità è sorta su iniziativa di 29 architetti che hanno ideato e progettato questo quartiere che ospita 46 famiglie e poco più di 100 residenti già dall’inizio del 2020.
La nuova zona galleggiante ha rivitalizzato un canale in disuso della città e mira a creare la comunità galleggiante più sostenibile d’Europa, infatti Schoonschip è autosufficiente dal punto di vista energetico, sfrutta totalmente l’energia ambientale e l’acqua per tutte le funzioni, ricicla i nutrienti e riduce al minimo i rifiuti.
Le case sono collegate tra loro attraverso un molo, che consente l’incontro sociale della comunità, mentre sotto la superficie, lo stesso diviene un connettore funzionale e sostenibile che trasporta tutte le linee di energia, rifiuti e acqua collegate a ogni abitazione.
Ogni famiglia poteva scegliere l’architetto preferito e personalizzare la propria abitazione dal punto di vista dell’architettura e del design degli interni, mantenendo comunque sempre un intreccio con le altre strutture al fine di creare un’esperienza unificata.
Vivere in una comunità galleggiante autosufficiente è probabilmente il sogno di molti e per qualcuno oggi è diventato una realtà.