Non ho mai creduto al silenzio degli oggetti. È tutta una questione di orecchio. Accostati a una sedia e sentirai quante cose ha da dire.
Fabrizio Caramagna
La sedia è un oggetto che serve ad uno scopo più variato – sedersi in uno dei tanti modi – che sta in stretto rapporto con l’ambiente in cui si trova:
La sedia è quella cosa composta da un po’ di gambe, un sedile e uno schienale. La sedia è sedia, poltrona, divano, puff, panca e sedile. La sedia è un ingombro spaziale dentro tutte le case.
Alessandro Mendini
Esistono tanti tipi di sedie perché la funzione di sedersi non è semplice ma ricca di variazioni ( sedersi dritti davanti ad un tavolo per pranzare o scrivere, chinati di fianco ad un tavolo per disegnare, chinati all’indietro per riposare) e perché i requisiti del manufatto, comfort, solidità, maneggevolezza, durata, pregio vanno commisurati all’ambiente per cui sono destinate, per non parlare poi delle differenze oggettive si innescano le preferenze soggettive.
Da molti anni, architetti e design hanno volto la propria attenzione verso questo oggetto che, nonostante abbia di base delle misure antropometriche (che grazie a Le Corbusier con il Modulor -la sua scala di proporzioni basata sulla sezione aurea- ha migliorato l’architettura sia nella sua estetica che nella sua funzionalità) hanno progettato in migliaia di modelli, tutti diversi rispettando quelle proporzioni che hanno reso e rendono un ambiente armonico perfettamente in accordo con le misure standard del corpo umano. Nonostante ciò, dice Bruno Munari, ancora si continua a progettare sedie e poltrone come se fino ad oggi fosse stato sbagliato tutto.
La sedia infatti è uno degli oggetti più complessi da progettare e, nel corso del Novecento (soprattutto dagli anni ’20 agli anni ’60), le menti più eccelse in fatto di design hanno deciso di cimentarsi nell’impresa di reinventare questo elemento semplice, utile ma anche antico.
Si possono realizzare in legno lavorato, curvato, stampato, incastrato, trafilato, avvitato, incollato, montato a secco, sabbiato, tinto, verniciato in vari modi. Oppure in ferro saldato, piegato, brunito, smaltato, cromato, nichelato, stampato, gommato, calamitato, ottonato, ramato. Profilato, tubolare, in varie sezioni quadrata rettangolare ecc.
In alluminio anodizzato ,in acciaio e legno colorato, naturale, tornito in lastra, in ghisa, il midollino curvato, malacca, in vimini, corna di cervo ecc. tanti materiali per dar sfogo alla propria fantasia alimentata dai colori e dai tipi di rivestimenti di stoffa, di pelliccia dal vellutino fino alla paglia al travertino.
In acciaio e legno, la sedia Standard che ricorda le sedie tipiche delle aule scolastiche. Progettata da Jean Prouvé nel ‘34 questa sedia ha una struttura studiata in modo da far scaricare il peso di chi è seduto sulla coppia di gambe posteriori mentre le gambe anteriori, sottili e in acciaio, suggeriscono un tocco di eleganza. Nel corso degli anni la sedia Standard è stata prodotta in molte varianti di materiali e tecniche e alcuni prototipi li troviamo al Moma di NewYork.
Saul Steinberg artista newyorkese ne disegnò alcune di fantasia, come le antropomorfe e nel ‘51 ha dipinto con un pennello una donna nuda su una poltrona in fibra di vetro di Eames. Rompe così un tabù rinfrescando con la sua fantasia l’aspetto iconico.
La vita di un uomo creativo è condotta,
Saul Steinberg
diretta e controllata dalla noia.
Evitare la noia è uno dei nostri scopi più importanti
Se pensiamo al legno curvato per realizzare una sedia è facile arrivare ad avere un pensiero comune che ci porta alla famosa sedia Thonet mod.18.
È con questa poltroncina che avviene la svolta che agli inizi del ‘900 ci introduce al mobile moderno. Ed è con il mobile moderno che ha origine il design nell’arredo.
Le misure di questa sedia sono le stesse della precedente Thonet mod.14 ( altezza totale 88 cm, altezza sedile 46 cm, diametro sediele 41 cm) Michael Thonet ha brevettato nel 1830 il processo per piegare il legno a caldo e la sua industria è stata abilitata a Vienna nel 1841, in Moravia 1850, e ha iniziato la produzione di queste sedie a struttura semplice amate non solo da Le Corbusier ma anche da artisti come Picasso, Fellini, Matisse, ecc.
Negli anni ‘20 il tubo di acciaio flessibile rivoluzionò il design della sedia. La maggior parte degli architetti moderni si cimentato in questo tipo di materiale, creando modelli divenuti famosi. Come Eileen Gray, Marc Stam, Mies Van Der Rohe.
E la sedia “Cesca” del 1926 in acciaio e paglia di Vienna di Marcel Breuer è evidentemente una rivisitazione della sedia n.14 di Thonet.
Marcel Breuer non è stato l’unico a fare di questo archetipo un altro oggetto cult dell’arredamento.
Infatti come lui anche Ludovico detto Vico Magistretti non si è sottratto a questa sfida per il suo profondo amore per quelle “cose normali” che quasi passano inosservate ma arricchiscono la vita di tutti i giorni. “Ho pensato che sarebbe stata una bella idea usarla e reinventarla, anche perché ho sempre amato le sedie Thonet, pur non essendo più fabbricate oggi in legno e paglia…” diceva il designer.
“Al tempo stesso è un omaggio ad altri oggetti che spesso ci troviamo davanti nella quotidianità: mi riferisco in particolare ai cesti usati per le uova nel mercato di Tokyo in Giappone, con i loro fori quadrati che ho amato moltissimo e dai quali ho preso ispirazione per la seduta e lo schienale di questa sedia.“
Il rosso un colore che senz’altro lo contraddistingue in ogni sua creazione dalla libreria “nuvola rossa”, la lampada “eclisse”, la Sedia “Selene” e la poltroncina “Carimate”.
Rosso che usato con i suoi stessi colori primari e il nero daranno vita nel 1918 alla famosissima sedia: Rood-blauwe stoel di Thomas Rietveld ispirata alle opere di Mondrian le quali sembrano con essa uscire dal piano in una forma antropomorfa assecondare quel desiderio visionario del design “utile e sociale” ed il gusto del DIY, tendendo sempre alla semplicità di costruzione e cercando di concepire le sue realizzazioni per la riproduzione in serie.
Il telaio è costituito da 15 listelli di legno laccato nero con testate gialle, sormontati uno sull’altro a formare una struttura lineare verticale e orizzontale, volta a contenere due assi di compensato laccate rispettivamente in rosso, lo schienale – e in blu, la seduta. La rigidità della seduta, sufficientemente confortevole per il relax, ma non adeguata per il sonno, rende l’oggetto d’arredo ideale per la lettura e la meditazione.
Un materiale che ha caratterizzato le sedie del XX secolo è il legno laminato e lo troviamo in alcuni modelli di Charles Eames, Alvar Aalto e Jesus Gasca. Una delle più famose è la 3107 disegnata da Arne Jacobsen per Fritz Hansen.
Una sedia iconica è la “Superleggera”: 1,7 grammi, ideata da Gio Ponti nel 1955 e realizzata in collaborazione dei figli di Amedeo Cassina nel 1957 nella loro azienda, anno a partire dal quale non ha mai smesso di venire prodotta.
Sedia che amava dire fosse: ”una sedia e basta”, semplice, razionale, stilisticamente comoda, solida ma leggera, una sedia per tutti. Un progetto che assolve pienamente l’esigenza strutturale-funzionale.
Come citato all’inizio da Bruno Munari – anch’esso ideatore di alcune sedie – sono tantissimi i materiali strutturali e di finitura possibili per ideare altri modelli.
Nell’Art Noveau è consueto trovarne in legno laccato come quelle dei designer C.R. Mackintosh e Joseph Hoffman, in fibre sintetiche dalla forma armoniosa come la Bluebelle di Ross Lovegrove e la Famosa Tulipàn di Eero Saarinen.
Sedie in midollino le troviamo disegnate da: Tom Dixon con la famosa “S” poi “Atlantide” di Miki Astori, “Miss B” di P. Antonio Bonacina, “Lisa” di Pete Sans e “Fina Filippina” di Oscar Tusquets.
Di rivestite in tessuto ce ne sono altrettante: la “Greystoke” di Alfredo Arribas e Nicola Habitat, “Marsina” di M. Ramazzotti, “Fido” di Toshiyuki Kita e “Tv-chair” di Marc Newson.
Le pieghevoli come “Camp”, “Square” e “Macadam” disegnate da Antonio Citterio per Kartell insieme alla “Dolly”.
A proposito di Sedie pieghevoli una curiosità questa volta viene dal mondo dei cartoni animati con la: “Homer Simpson chair” dove in uno storico episodio della serie, Homer vuole emulare Thomas Edison come inventore e dopo svariati fallimenti, inconsapevolmente crea una sedia che qualora si stesse perdendo l’equilibrio all’indietro, due gambe aggiuntive a cerniera, aprendosi per gravità, bloccano la caduta.